Prefazione
prefazione
Klaatu Barada Nikto è una sorta di trattamento filmico d’eccellenza, denso d’umorismo, dialoghi surreali, colpi di scena. Sperimenta repentini mutamenti di genere: romanzo di costume, storia gialla, dossier politico, novella di fantascienza, catturando subito il lettore, per trascinarlo in un gorgo d’eventi, in bilico tra assurdo e realismo, tra verità e follia.
Il protagonista, Pier Guido Peyron, involontario predestinato al successo, è concepito nel giorno d’inaugurazione delle trasmissioni televisive; mentre sua madre è impegnata a confezionare pacchi regalo, le appare sul piccolo schermo lo Spirito di Hollywood, che proclama: “Io sono il tuo spirito guida TV, l’anima di Hollywood. T’annuncio la messa in onda, cioè, al mondo, di un divo: il dio del cinema italiano. Un giorno sarà rapito nel firmamento delle Majors e trasformato in una star da tutti invocata. Vedrai che farà miracoli cinematografici!”
“Come Rossellini, il neorealista?”
“Puf, al confronto quello è un ladro di biciclette”.
Era solo un incubo, un’allucinazione? Il fato risolve ogni dubbio, presentando puntualmente il conto a Pier Guido. Pochi mesi prima dei suoi diciotto anni, il ragazzo è rapito da una troupe cinematografica. Narcotizzato e traslocato a Santa Cruz de Tenerife, sarà costretto a recitare il ruolo di James Dean Junior in un film orribile, mentre attorno a lui si scatena la furia omicida di un bizzarro serial killer che sopprime le sue vittime con banderillas da corrida. Disgustato dal mondo del cinema, Pier Guido diverrà terrorista delle Armate Rosse, barbone in una discarica abusiva alle porte di Novara, impiantato da un gruppo d’extraterrestri, esule nel quartiere dov’è nato.
Il romanzo si apre alla fine delle intricate avventure, in Piazza Ottorino Respighi, periferia nord di Torino. Un’ora prima del capodanno 1995, l’uomo si trascina stancamente nella nebbia, accompagnato dai suoi fantasmi, coccolando una bottiglia di gin per festeggiare la fine dell’anno. Sul gradino del Bar Sport 61, luogo immortale della sua adolescenza, cominciano le allucinazioni. Pier Guido, in preda ai fumi dell’alcool, parla con i vortici di bruma. Il tempo scorre all’indietro, ed ecco materializzarsi Carlo, l’amico-nemico, disposto ad ascoltarlo, sempre pronto a mostrarne l’inadeguatezza e i difetti, per distruggerne la stima con una battuta o un atteggiamento di superiorità. Donnaiolo, mantenuto, arrampicatore sociale, intrigante e doppiogiochista, anche Carlo è conscio del proprio fallimento sentimentale e spirituale, seppur realizzato nel lusso. Celebrano insieme alcuni spassosi momenti della loro giovinezza: amori, tradimenti, scuola, feste e contestazione politica, fra il 1969 e il 1973.
Conosceremo anche Monica, l’ultima compagna di Pier Guido, sempre infedele, depressa e insensata. “Sono stremata, ricordati: è l’ultimo desiderio di una condannata a morte. Mangio e poi mi sopprimo totalmente.”
”Con le lamette da barba?”
“No, con l’acqua ossigenata, voglio morire bionda per il mio amore impossibile.”
Incontreremo… Beppe, faccione antipatico e rude. Beppe, il ragazzo quattrocchi, spesse lenti e montatura nera antica: il migliore. Ventidue anni, terza media, rude razza operaia, iscritto al PCI, bar, bicicletta o Motom, fidanzato da tre anni, chitarra sulla panchina. Niente intellettualismi: puro realismo di barriera, strada tracciata…
Avremo voglia di prendere a pugni Gins, il regista cinematografico spagnolo che rapirà Pier Guido per scommessa, trascinandolo alle Canarie.
“Un qualsiasi chiunque può diventare un divo. Basta il film giusto, un lancio pubblicitario su giornali, radio e televisione ed è fatta!” disse il gran regista potenziale Gins Ginsbergberry, portando alla bocca una sconfinata Benson & Edgs. Aspirò il fumo con voluttà e sorrise sornione alla bella negretta che sedeva al suo fianco, in quella vecchia limousine sfinita. Lui era un mago dell’orripilante, del popolare a basso costo per gli amanti delle tinte forti.
Parteciperemo alle indagini sul sequestro e sugli omicidi, affiancando una comicissima coppia di poliziotti napoletani, il commissario Ciro Maresca e l’appuntato Turi Imparato, esperto di travestimenti.
Il commissario Maresca giunse all’aeroporto di Caselle un’ora prima del previsto. Posteggiò l’auto e si diresse verso l’atrio principale. Decise di fare colazione. Il bar era semideserto, al bancone c’era solo una suora che sorseggiava un latte macchiato. Maresca chiese un cappuccino e una brioche.
Mentre stava per affrontare la prima sorsata, si sentì sussurrare all’orecchio: “Appuntato Turi Imparato a rapporto.”
Si voltò di scatto, sputazzando il cappuccino bollente in faccia alla religiosa, poi gridò: “Gesù, ma allora lo fai apposta. Imparato… come ti sei conciato?!”
“Commissario non faccia così, che mi rovina l’effetto incognito!”
“Ma quale incognito e incognito, sembri una suora che ha studiato da poliziotto!”
Il lettore, un episodio dopo l’altro, attraversa momenti comicissimi, rievocazioni poetiche, scene thrilling ed erotiche: “Non pensare, solo il più folle desiderio si ricorda veramente”, disse Maddalena. Cadde il velo, scoprendo grandi seni, materni, esuberanti. La donna ancheggiava, le lingue duellavano: una contesa fresca, morbida, avvolgente. Si spinsero ad un abbraccio furente, il corpo a corpo diventò stretto, quando Maddalena tirò fuori un paio di manette e assicurò i polsi del ragazzo alla testata del letto. Pier Guido iniziò a dimenarsi, a sgambettare preoccupato, disteso sulla schiena, ma lei più rapida del pensiero, si chinò con eloquenza sul suo pube, mentre le sue dita iniziarono ad accarezzarlo, lentamente.
Chi vuol saperne di più entri in questa metafora continuata sul destino dei disobbedienti all’alba di una civiltà morente.
Il protagonista, Pier Guido Peyron, involontario predestinato al successo, è concepito nel giorno d’inaugurazione delle trasmissioni televisive; mentre sua madre è impegnata a confezionare pacchi regalo, le appare sul piccolo schermo lo Spirito di Hollywood, che proclama: “Io sono il tuo spirito guida TV, l’anima di Hollywood. T’annuncio la messa in onda, cioè, al mondo, di un divo: il dio del cinema italiano. Un giorno sarà rapito nel firmamento delle Majors e trasformato in una star da tutti invocata. Vedrai che farà miracoli cinematografici!”
“Come Rossellini, il neorealista?”
“Puf, al confronto quello è un ladro di biciclette”.
Era solo un incubo, un’allucinazione? Il fato risolve ogni dubbio, presentando puntualmente il conto a Pier Guido. Pochi mesi prima dei suoi diciotto anni, il ragazzo è rapito da una troupe cinematografica. Narcotizzato e traslocato a Santa Cruz de Tenerife, sarà costretto a recitare il ruolo di James Dean Junior in un film orribile, mentre attorno a lui si scatena la furia omicida di un bizzarro serial killer che sopprime le sue vittime con banderillas da corrida. Disgustato dal mondo del cinema, Pier Guido diverrà terrorista delle Armate Rosse, barbone in una discarica abusiva alle porte di Novara, impiantato da un gruppo d’extraterrestri, esule nel quartiere dov’è nato.
Il romanzo si apre alla fine delle intricate avventure, in Piazza Ottorino Respighi, periferia nord di Torino. Un’ora prima del capodanno 1995, l’uomo si trascina stancamente nella nebbia, accompagnato dai suoi fantasmi, coccolando una bottiglia di gin per festeggiare la fine dell’anno. Sul gradino del Bar Sport 61, luogo immortale della sua adolescenza, cominciano le allucinazioni. Pier Guido, in preda ai fumi dell’alcool, parla con i vortici di bruma. Il tempo scorre all’indietro, ed ecco materializzarsi Carlo, l’amico-nemico, disposto ad ascoltarlo, sempre pronto a mostrarne l’inadeguatezza e i difetti, per distruggerne la stima con una battuta o un atteggiamento di superiorità. Donnaiolo, mantenuto, arrampicatore sociale, intrigante e doppiogiochista, anche Carlo è conscio del proprio fallimento sentimentale e spirituale, seppur realizzato nel lusso. Celebrano insieme alcuni spassosi momenti della loro giovinezza: amori, tradimenti, scuola, feste e contestazione politica, fra il 1969 e il 1973.
Conosceremo anche Monica, l’ultima compagna di Pier Guido, sempre infedele, depressa e insensata. “Sono stremata, ricordati: è l’ultimo desiderio di una condannata a morte. Mangio e poi mi sopprimo totalmente.”
”Con le lamette da barba?”
“No, con l’acqua ossigenata, voglio morire bionda per il mio amore impossibile.”
Incontreremo… Beppe, faccione antipatico e rude. Beppe, il ragazzo quattrocchi, spesse lenti e montatura nera antica: il migliore. Ventidue anni, terza media, rude razza operaia, iscritto al PCI, bar, bicicletta o Motom, fidanzato da tre anni, chitarra sulla panchina. Niente intellettualismi: puro realismo di barriera, strada tracciata…
Avremo voglia di prendere a pugni Gins, il regista cinematografico spagnolo che rapirà Pier Guido per scommessa, trascinandolo alle Canarie.
“Un qualsiasi chiunque può diventare un divo. Basta il film giusto, un lancio pubblicitario su giornali, radio e televisione ed è fatta!” disse il gran regista potenziale Gins Ginsbergberry, portando alla bocca una sconfinata Benson & Edgs. Aspirò il fumo con voluttà e sorrise sornione alla bella negretta che sedeva al suo fianco, in quella vecchia limousine sfinita. Lui era un mago dell’orripilante, del popolare a basso costo per gli amanti delle tinte forti.
Parteciperemo alle indagini sul sequestro e sugli omicidi, affiancando una comicissima coppia di poliziotti napoletani, il commissario Ciro Maresca e l’appuntato Turi Imparato, esperto di travestimenti.
Il commissario Maresca giunse all’aeroporto di Caselle un’ora prima del previsto. Posteggiò l’auto e si diresse verso l’atrio principale. Decise di fare colazione. Il bar era semideserto, al bancone c’era solo una suora che sorseggiava un latte macchiato. Maresca chiese un cappuccino e una brioche.
Mentre stava per affrontare la prima sorsata, si sentì sussurrare all’orecchio: “Appuntato Turi Imparato a rapporto.”
Si voltò di scatto, sputazzando il cappuccino bollente in faccia alla religiosa, poi gridò: “Gesù, ma allora lo fai apposta. Imparato… come ti sei conciato?!”
“Commissario non faccia così, che mi rovina l’effetto incognito!”
“Ma quale incognito e incognito, sembri una suora che ha studiato da poliziotto!”
Il lettore, un episodio dopo l’altro, attraversa momenti comicissimi, rievocazioni poetiche, scene thrilling ed erotiche: “Non pensare, solo il più folle desiderio si ricorda veramente”, disse Maddalena. Cadde il velo, scoprendo grandi seni, materni, esuberanti. La donna ancheggiava, le lingue duellavano: una contesa fresca, morbida, avvolgente. Si spinsero ad un abbraccio furente, il corpo a corpo diventò stretto, quando Maddalena tirò fuori un paio di manette e assicurò i polsi del ragazzo alla testata del letto. Pier Guido iniziò a dimenarsi, a sgambettare preoccupato, disteso sulla schiena, ma lei più rapida del pensiero, si chinò con eloquenza sul suo pube, mentre le sue dita iniziarono ad accarezzarlo, lentamente.
Chi vuol saperne di più entri in questa metafora continuata sul destino dei disobbedienti all’alba di una civiltà morente.